Roero Arneis Riserva
Denominazione di origine controllata e garantita
Perché lo facciamo
Rispettare la tradizione non vuol dire rinunciare a sperimentare. Nel tempo che si passa tra le viti e la cantina capita che passino per la testa idee, suggestioni. Domande con risposte che si possono trovare solo alla prova dei fatti. Cosa succede a un vino bianco se invecchia e si affina in legno?
Dove si fa
I nostri filari di Arneis stanno sul bricco Camestrì, che dividono volentieri con i vitigni di Favorita. Il terreno sabbioso da cui sbucano conchiglie fossili, i roseti, la giusta pendenza e la giusta esposizione sono un perfetto riassunto di tutto quello che vuol dire Roero per il vino. Da un posto così speciale raccogliamo grappoli di una qualità tanto affidabile da permetterci di forzare le regole e fare di testa nostra.
Come si fa
Si prende un ottimo bianco e lo si tratta come se fosse un rosso. Si proteggono la freschezza e l’acidità che tanto piacciono dell’arneis e che permettono di riconoscerlo al primo sorso. Il rovere della barrique gli regala in più i profumi del legno e della crosta di pane. In bocca tutto si combina in una sensazione di calore e pienezza, che avresti detto poter appartenere solo ai vini rossi. Il tempo che passa in bottiglia serve a dare persistenza, a non far spegnere troppo presto questo sapore così particolare.
Come si beve
Sicuro della sua originale identità, è un vino che non pretende di piacere a tutti. Un po’ come i formaggi erborinati a cui si accompagna volentieri: chi lo sceglie non lo fa per abitudine o per distrazione. E come tutte le cose al tempo stesso complesse e preziose richiede tempo e concentrazione. Li chiamano “vini da meditazione”; sono quei bicchieri che da soli sanno costruire intorno a loro panorami aperti, tavole imbandite, sentieri di profumi.
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